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Argentina blocco iPhone era solo una bufala

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Qualcuno sperava che prima o poi sarebbe successo. Non sappiamo ancora se sarebbe stato un bene o un male, ma questo provvedimento sembrava essere preso con tutte le buone intenzioni a favore della produzione locale e dell’occupazione. L’Argentina avrebbe messo dei paletti a chi produce fuori dal Paese e con “facilità” riesce a imporsi nel mercato nazionale (le virgolette sono d’obbligo, non potendo considerare in questa sede utte le variabili).

In parole povere ecco il succo di quella che si vociferava fosse una manovra del governo Argentino: se Apple e RIM desiderano continuare a vendere iPhone, iPad, iMac, Blackberry e quant’altro nel Paese, dovranno avere delle fabbriche sul territorio nazionale. Stop quindi alle importazioni senza limiti: chi vuole vendere dovrà anche produrre entro i confini nazionali.

Samsung, LG, Nokia e Motorola dispongono già di una rete di fabbriche in Argentina, perchè “esentarne” RIM ed Apple? In effetti non ce ne sarebbe motivo, se non quello che questa notizia si é rivelata una bufala bella e buona. La notizia era rimbalzata da Manuals.ws e Apple Insider (dove da poco sono state fatte sparire le tracce dell’articolo): l’Argentina, allo scopo di difendere e rafforzare l’economia nazionale sembrava aver deciso di bloccare le vendite di iPhone e Blackberry.

In rete si parlava di “decisioni ufficiali” e qualcuno aveva pure azzardato precisi dettagli tecnici in merito a questa manovra: un presunto blocco delle vendite per un periodo da 60 a 180 giorni per le aziende sprovviste di fabbriche nel Paese, il quale sarebbe equivalso a una bella stangata alle aziende estere. Immaginiamo oggi il lancio ufficiale dell’iPhone 5 e la sua disponibilità in Argentina, a causa del blocco, fra soli 6 mesi. Apple perderebbe una bella fetta di utenza e considerando che entro un anno la Melamorsa lancia un nuovo modello, nel momento della sua commercializzazione (dopo eventuali 6 mesi) sarebbe addirittura “obsoleto” rispetto al contesto internazionale.

Altri parlavano inoltre dell’estensione della misura anche ad altri prodotti importati, ma forse é inutile addentrarci in ulteriori dettagli di questa notizia, che a pochi giorni dal suo esordio è stata interamente smentita: i media spagnoli hanno riso di gusto alla gaffe dei giornali esteri che sono cascati come pere cotte in quello che é il corrispettivo del pesce d’aprile in Argentina, il Dia de los Santos Inocentes. Gli scherzi propinati il giorno 27 dicembre sono noti anche come inocentadas e le loro vittime sono chiamate Inocentes, ma occhio: i protagonisti non possono assolutamente arrabbiarsi di essere stati bersaglio degli scherzi.

Non ci resta che farci una bella risata? Oppure questo “innocente” scherzo é stato perpetrato con il preciso intento di suggerire una simil misura?