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Spese disattivazione adsl: si devono pagare?

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Il decreto Bersani ha abolito la possibilità per i vari gestori telefonici, di chiedere il pagamento di penali in caso di disdetta. Tuttavia, non di rado capita che nell’ultima bolletta troviamo i cosiddetti “costi di disattivazione”. Sono legali? Oppure é un metodo per addebitare delle penali e “vendicarsi” della nostra revoca?

Prima di disdire un contratto telefonico o ADSL, occorre innanzitutto leggere bene il contratto. Le penali in caso di disdetta anticipata, non possono mai essere previste e sono nulle in ogni caso. Ci sono però delle situazioni in cui il vecchio gestore potrebbe addebitarci dei costi (pur non essendo penali). Vediamo insieme di cosa si tratta.

Spese disattivazione adsl: si devono pagare?

Se per esempio abbiamo sottoscritto un contratto e ci sono stati applicati degli sconti, in caso di recesso prima di 24 mesi, ci potrebbe essere richiesto il rimborso di questi sconti. Un esempio per tutti: in caso di rientro in Telecom é previsto uno sconto del costo di attivazione, pari a 90 euro circa. In caso di disattivazione del servizio prima dei 24 mesi, Telecom si riserva la possibilità di addebitare questo importo scontato.

Ci sono però altri casi in cui i costi di disattivazione nascondono una vera e propria penale: l’ultima protesta arriva proprio da parte di Altroconsumo, che ha voluto sottolineare quanto i costi di disdetta delle linee telefoniche e ADSL siano troppo alti, ingiusti e contrari ai principi di libera concorrenza, già sanciti dalla legge Bersani. In pratica sono stati riscontrati casi in cui i costi di disattivazione del contratto, seppure con un nome diverso, equivarrebbero a una penale. Proprio per questo motivo, prima di stipulare un contratto è sempre bene chiedere all’operatore telefonico o al consulente e soprattutto leggere la parte relativa ai costi di cessazione e disdetta. In questo modo ridurremo notevolmente il rischio di cattive sorprese in caso di disdetta.