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iPhone 5 etico: ecco la petizione

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Un iPhone 5 etico é quello che chiede la petizione, sulla scia delle polemiche avviate dall’ormai famoso articolo del New York Times che focalizzava l’attenzione non tanto sulle performance dei dispositivi Apple, quanto sulle condizioni di lavoro degli operai.

Il celebre giornale statunitense ha recentemente documentato le gravi condizioni di lavoro e gli abusi a cui sono sottoposti gli operai dei partner asiatici, in riferimento soprattutto alla Foxconn, il gigante di Shentzen e Chengdu attualmente sotti i riflettori per alcuni incidenti ed esplosioni nelle proprie fabbriche, oltre che per un tasso di suicidi di dipendenti davvero sconcertante (14 suicidi dal 2010 ad oggi).

 

Sconcertante, ma forse neanche troppo lontana da alcune realtà a noi più vicine, la fotografia scattata dal NYT: da una parte la necessità di bassi margini e alta produttività e dall’altra a dir poco precarie condizioni per gli operai delle fabbriche partner. Senza considerare che Apple, per fare la sua parte, continua a chiedere adeguati sistemi di sicurezza, ma continua a pretendere prezzi che è impossibile ottenere in altri modi, ignorando, come sostengono alcuni, che ogni iPad e iPhone prodotti hanno un costo umano da rispettare. La nuova petizione é un impegno preso e pubblicato on line dal gruppo SumOfUs e che conta, nel momento in cui scriviamo, quasi 40.000 firme.  Alla luce delle rivelazioni sulle condizioni di lavoro mortali negli impianti cinesi in cui nascono i dispositivi della Melamorsa, la petizione chiede ad Apple di “rivedere il modo in cui i suoi fornitori trattano i dipendenti” prima del lancio del prossimo iPhone 5.

 Io uso l’ iPhone e mi piace  – ha precisato Taren Stinebrickner-Kauffman, executive manager di SumOfUs – ma non mi piace sostenere chi sfrutta la manodopera, e credo sia lo stesso per tanti altri clienti Apple.

Non é tardata la risposta di Tim Cook, ceo della Melamorsa, che ha precisato:  Noi ci prendiamo cura di ogni lavoratore, ci preoccupiamo per ogni incidente e per ogni problema sulle condizioni di lavoro a livello mondiale. Chi dice che non ci importa fa un’affermazione palesemente falsa e offensiva nei nostri confronti.”

Se Tim Cook si sente molto offeso da queste accuse – ha ragionevolmente risposto Stinebrickner-Kauffman -, perché non fa nulla per dare risposte concrete e risolvere i problemi?