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Telefonate mute da telemarketing, Garante Privacy dice stop

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Un rigoroso stop a tutte quelle telefonate mute, cioé quelle alle quali il destinatario, disturbato a tutte le ore del giorno, risponde ascoltando un fastidioso silenzio, malaccetto non solo quando gli squilli ci hanno interrotto durante un’attività di vitale importanza, ma proprio perchè reiterate e continue.

Continua a crescere il numero di abbonati che si rivolgono all’Authority per segnalare queste telefonate moleste, ripetute e continue, anche per dieci o quindici volte di seguito. Ma come avviene ciò? Dobbiamo immaginare un teleoperatore intento a contattarci in maniera inflessibile e forsennata? No, vi spieghiamo subito perché.


Il fenomeno non nasce dalla caparbietà di qualche tenace telemarketer, ma dall’uso da parte di alcune aziende, di sistemi di instradamento automatico di chiamate che hanno lo scopo di mettere in contatto gli ignari destinatari con i call center addetti alla promozione delle offerte varie. In realtà questi sistemi se opportunamente utilizzati non dovrebbero creare alcun disagio, ma sembra che qualcuno ne abbia usufruito in modo improprio fino ad arrecare agli utenti i disagi di cui sopra.

La prima ad essere finita sotto il mirino dell’Authority é stata una grande azienda energetica, la quale faceva uso di un software che permetteva di inoltrare un numero di telefonate più alto rispetto alla capacità ricettiva degli operatori di telemarketing (per evitare tempi morti e inattività). Cosa accadeva? Non é difficile da immaginare: non a tutte le chiamate del software si trovava disponibile un operatore in carne ed ossa e da qui, per il destinatario dell’offerta, le antipatiche e fastidiose telefonate mute.

La tranquillità degli utenti però non sarà più insidiata: il Garante ha prescritto una serie di misure volte a impedire la reiterazione di queste chiamate. In pratica questi sistemi software dovranno essere dotati di accorgimenti che impediscano queste telefonate a oltranza e che escludano la possibilità di telefonare quel numero per almeno 30 giorni. La sanzione prevista dal Garante per chi non si adeguerà a queste misure sarà compresa tra i 30 mila e 120 mila euro.